domenica 11 aprile 2010

Una mattina di primavera...(part.2)


Si scende (con attenzione a un autovelox subito in agguato), si supera Pontremoli e si va verso il mare. Di solito la statale della Cisa non mi piace molto dopo Pontremoli, aumenta il traffico e il rischio autovelox, così preferisco entrare in autostrada. Qui aumenta un po’ la noia ma i chilometri verso La Spezia sono pochi e passano in fretta. Una buona deviazione, se l’orario è quello giusto, può essere a Podenzana: si passa da Aulla e si va in alto, per mangiare i tipicissimi panigacci, una tipica specialità del posto – tutte le trattorie e ristoranti della località li propongono.

Il percorso è dritto e veloce, niente curve: allora ci si può riposare un po’ in sella – più tardi sarà meglio avere le giuste energie! Di solito arrivo alla Spezia tra mezzogiorno e l’una del pomeriggio. L’attraversamento della città è sempre un po’ particolare, perché è sempre un po’ strano affrontare un tratto tipicamente urbano nel tipico giro della domenica a caccia di curve. Però mi piace: l’autostrada entra praticamente in città e si raggiunge Viale Italia, un lungomare che mi piace e costeggia il porto turistico. Poi ancora avanti iniziano le mura dell’Arsenale e ci si gira intorno; si supera lo stadio Picco e si prende per le Cinque Terre. La strada sale, c’è ancora un po’ di tratto urbano e poi iniziano delle belle curve ampie, con un tornante ampio sulla destra che sarebbe da orecchie per terra (attenzione, però!). Finalmente si supera la lunga galleria che ogni volta a me sembra conduca in un altro mondo. Inizia la strada litoranea delle Cinque Terre: è ampia, ben asfaltata e con bellissime curve. Succede sempre così: io mi metterei a tirare e piegare come un bastardo volante, perché la strada è bellissima, ma poi guardo intorno. C’è un panorama mozzafiato e finisce sempre che mi rilasso e porto gli occhi in ogni direzione possibile per riempirli e cercare di portare qualcosa a casa con me.

In più i vigili di Riomaggiore sono appostati: meglio fare i turisti, soprattutto dopo la galleria di Lemmen!

Sopra Riomaggiore c’è un baretto fantastico, con una vista da “volar via”. Di solito mi fermo qui: un panino, una Coca, un caffè e una paglia davanti allo spettacolo di questa costa non hanno prezzo (non lo dite ai gestori del bar, però!).

Di solito non mi fermo molto: 30/45 minuti al massimo, perché comincio a pregustare il tratto di strada che mi entusiasma di più (e che qualche volta mi sogno di notte – ma non raccontatelo in giro!).

Ci si prepara, pisciatina, paraschiena, giubbotto, foulard, guanti, casco: tutto deve essere perfetto, adesso si va all’università della curva!

(continua)

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